"Le Comunità energetiche rinnovabili rappresentano un’opportunità strategica per la sostenibilità del nostro Paese e per le imprese che intendono investire in un futuro energetico più efficiente e autonomo. Per questo è necessario intervenire per rimuovere ostacoli burocratici e finanziari che ne stanno rallentando lo sviluppo".
A dirlo è Antonella Giachetti, presidente di Aidda, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda, facendo il punto sullo sviluppo delle Cer in Italia.
“Le Cer sono una delle innovazioni più significative degli ultimi decenni – dice Giachetti - perché consentono la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili tra cittadini, imprese ed enti locali. Hanno anche una funzione sociale importante, perché l’energia condivisa non è solo una questione ambientale ed economica, ma anche di inclusione e solidarietà. Esperienze già avviate dimostrano come le Comunità energetiche possano aiutare famiglie in difficoltà e strutture di assistenza a ridurre la spesa energetica, garantendo un accesso equo e sostenibile all’energia".
“Nonostante il quadro normativo europeo abbia trovato un’accoglienza favorevole in Italia – ricorda la presidente di Aidda - la crescita delle Cer procede ancora a rilento. Secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici, attualmente sono operative oltre 150 Comunità energetiche rinnovabili. Un buon numero, ma ancora insufficiente rispetto al potenziale del settore”.
"Le nostre imprenditrici – dice Giachetti – riconoscono i molteplici vantaggi di questo modello: riduzione dei costi energetici, benefici ambientali e un maggiore controllo sulla produzione di energia. Tuttavia ci troviamo di fronte a difficoltà oggettive: l’accesso agli incentivi è ancora macchinoso e la burocrazia rallenta i progetti. È indispensabile agire su questi punti se vogliamo che le Cer diventino una soluzione concreta e diffusa”.
“Per superare le criticità attuali e dare slancio a questa rivoluzione energetica – conclude la presidente di Aidda - occorre insomma snellire le procedure, incentivare forme di collaborazione tra imprese e istituzioni e adottare modelli di semplificazione amministrativa come già avviene in altri Paesi europei".