Quasi tutte si sono dimostrate resilienti e tenaci; non si sono mai fermate, né hanno perso la speranza di potere, sia pur con fatica, andare ancora e sempre avanti. I miei articoli su Blitz quotidiano online, il cui direttore Marco Benedetto è garanzia di giornalismo serio e al passo con i tempi, hanno camminato con la rubrica “Donne d’Impresa” insieme alle nostre incertezze, alle speranze, alle strategie messe in atto in questi momenti di crisi. Finalmente si sta parlando di un “Rinascimento post-Covid” tanto in Italia che in altri Paesi del mondo, anche se purtroppo incombe ora una nuova paura e lo sdegno per quelle povere donne afghane che improvvisamente si sono trovate senza più alcun diritto di vita e di libertà. E mi chiedo, io che ho vissuto il ’68: ma dove sono finite tutte le femministe di allora? Perché il loro silenzio in Italia su questo argomento è davvero assordante. Sarà colpa della stampa nazionale che non pubblica i loro comunicati a questo proposito? In queste pagine ho raccolto storie di donne di successo e di donne emergenti, comunque tutte forti e capaci di affrontare la vita, indipendentemente dall’esito finale che non sempre è fatto solo di luci positive. Rappresentano, sempre e comunque, un bellissimo esempio, perché dai loro profili emergono qualità squisitamente femminili che possono davvero migliorare il mondo e farci forse trovare anche un più giusto equilibrio di vita. Donne che hanno saputo conquistarsi uno spazio in azienda e altre ormai 13 al timone di tante attività. Il cammino delle donne nella società attuale ha compiuto passi importanti. In Italia non abbiamo mai avuto una Margaret Thatcher, che fu Primo Ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990, o un’Angela Merkel, in carica dal 2005 al 2021 in Germania. Anche da noi, tuttavia, alcune figure femminili sono ormai arrivate ad essere Ministri, come Marta Cartabia, e alcune altre ricoprono incarichi di primaria importanza finora attribuiti al solo genere maschile: e penso ad esempio a Elisabetta Belloni, prima donna a capo dell’Intelligence. Il cammino sulla parità di genere è un argomento all’ordine del giorno. Ed è arrivato il momento di cominciare a considerare seriamente anche le questioni di lessico. “Orsù dunque, Avvocata nostra...” recita il “Salve Regina” ed è una significativa parità di genere. Perché Presidente nazionale di AIDDA e non Presidentessa? Perché Ministro e non Ministra? Prefetto e non Prefetta? Cominciamo con questa nostra pubblicazione, almeno qui, a proporre un cambiamento lessicale a sostegno della parità di genere. La “forma”, spesso, è anche “sostanza”. Maschile e femminile sono termini reali che promuovono una vera parità di genere, anche nel linguaggio. Si sta facendo strada l’idea di una nuova coscienza e di un’etica più mirata al bene comune. In questo periodo di sgomento papa Begoglio è stato simbolo – non a caso – di fede e di speranza, anche quando da solo si è presentato fuori della basilica di S. Pietro forte e sicuro nella sua preghiera, sfidando la pioggia e il gelo della piazza vuota. Erano i tempi bui del lockdown. Ne siamo usciti – forse – rinnovati. Sì, l’umanità è in cammino, alla ricerca di una via migliore, senza violenza. Senza guerre e oppressioni di ogni tipo: da quella politica a quella del consumismo o dell’inutile e dannosissimo spreco. In Italia, l’istituzione di un Ministero per la transizione ecologica la dice lunga sugli errori che abbiamo fatto e che ancora facciamo contro la natura, il pianeta e la nostra stessa qualità di vita. Nelle pagine che seguono troverete i commenti delle amiche imprenditrici che raccontano come hanno potuto affrontare questi tempi di dura pandemia. Tutte, davvero, l’hanno fatto con forza e resilienza.
Orietta Marlvisi Moretti